Desiderio di giardino

Desiderio di giardino

Le facili ti colpiscono subito, fin dal primo momento.

Danzano con la meraviglia della bellezza e della vita.

Poi ci sono le altre, quelle che non parlano, non subito almeno;

però le ricordi, ritornano, sono più difficili.

Se ti soffermi ad ascoltarle e le osservi nei dettagli

iniziano a dire e a raccontarti la loro storia.

 

Desiderio di giardino è una foto difficile.

All’inizio forse perfino ti respinge, quel disordine polveroso e caotico,

pochezza di materiali e caos di forme, confini non chiusi,

qualcosa rimane fuori, fuori dall’inquadratura per sempre.

Poi scorgi i particolari,

tracce che narrano di un tempo quotidiano, di riti inaspettati:

due sedie, un tavolino, l’asta per un probabile ombrellone estivo.

Una coppia o forse una persona sola

che condivide il suo giardino o vorrebbe farlo.

I fiori finti, sempre fioriti, gli attrezzi per tenerlo in ordine.

 

La cura confusa di quello spazio, forse di risulta,

strappato al marciapiede di fronte all’uscio,

dona alla foto quella luce

che il kitch dei suoi oggetti non sembra poterle regalare.

 

La cura ora domina la scena, rende onore alla figurina

immaginaria che abita quel luogo e che respira, per sé e per gli altri,

di desiderio di giardino.

Manuela Ravecca

Torino, ottobre 2017




La relazione biografica

La relazione biografica

La relazione biografica, un contesto di cura e di attenzione dove leggersi e poi forse… scriversi.

La scrittura biografica è una scrittura particolare che nasce essenzialmente nell’ambito di una relazione specifica. Una relazione che parte e si sviluppa nel reciproco ascoltarsi e narrarsi.  La relazione biografica trova poi nella parola scritta un suo primo esito condiviso.

Il testo viene partecipato, condiviso e rivisitato insieme ed entrambi gli attori della relazione sono presenti, un testo che può trasformarsi e prendere altre forme, oggetto di sperimentazioni e ricerche sempre molto affascinanti.

Essere narratori e ascoltatori nel medesimo contesto facilita il gioco delle parti.  Si sviluppa nella relazione biografica quell’attenzione empatica di cui tutti noi facciamo esperienza nelle ordinarie buone relazioni che attraversiamo giorno per giorno.

La comunicazione gioca i suoi tempi e i suoi ritmi che facilitano il racconto di sé e l’accoglienza delle parole dell’altro e rendono unica la relazione biografica.

Nei laboratori di scrittura biografica proposti tutti questi passaggi sono presenti e posti all’attenzione e alla cura di chi partecipa e si dedica alla restituzione biografica, rendendo così la partecipazione unica nel suo genere.

 

 

Per approfondire l’argomento è possibile leggere il testo dedicato alla restituzione biografica:

Ravecca M. (2013), Narrazioni d’opera. La restituzione biografica: una pratica di scrittura per la formazione e la documentazione educativa, Spaggiari Ed., Parma.

 

 




Laboratorio di Architettura letteraria

Laboratorio di Architettura letteraria alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Un affascinante Laboratorio di Architettura letteraria condotto dall’Architetto Matteo Pericoli si è svolto a Torino dal 16 al 19 novembre 2017 . Una proposta concentrata nel tempo e nello spazio, nell’ampio e luminoso atelier didattico della Fondazione.

Una bellissima esperienza formativa alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.

Il Laboratorio di Architettura letteraria ha coinvolto una ventina di partecipanti tra architetti, lettori, scrittori e appassionati di pratiche di contaminazione tra le varie arti. 

Ho avuto la fortuna di essere una di questi.

La sfida trasformare o ridisegnare un testo, scelto tra quattro proposti, generando una forma solida che divenisse edificio reale, con una sua fattibilità e una sua funzione. Quattro giorni intensi e affascinanti. Confronti serrati sulle forme e i loro significati, le parole che si materializzano e termini tecnici che tornano parole, riutilizzabili altrove.

Grazie ad Elisa, Elena e Giulia, preziose compagne di banco con le quali abbiamo trasformato il testo enigmatico e affascinante di Hemingway Colline come elefanti bianchi in un cannocchiale panoramico sospeso sullo strapiombo di un canyon e grazie alle quali un nuovo testo si è generato che ha accompagnato l’opera nella presentazione finale nel book shop della Fondazione Sandretto.

 

Grazie a Matteo, istrionico e suggestivo conduttore, dall’esperienza internazionale, visionaria e libera, a Giuseppe, attento e ironico tutor narrativo e ad Anna Maria, affabile padrona di casa che ci ha accompagnato nelle altalene creative.

 

Il lavoro è stato intenso, bello e significativo. Una particolare attenzione è stata posta alle tematiche dell’accessibilità alle pratiche laboratoriali per le persone non vedenti che hanno potuto partecipare al laboratorio.

 

Confrontarsi con altre competenze, professionalità ed esperienze è stato entusiasmante ed arricchente e, ciliegina sulla torta, il nostro modello, il mitico cannocchiale panoramico alla Hemingway, è ora esposto nella vetrina dello studio di architettura NB Architetti in via Saluzzo 28/c.

Senza parole e molto contenta.

Grazie a tutti

Per maggiori informazioni sull’esperienza proposta:

Matteo Pericoli

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

 

 




Mi ricordo – L’archivio di tutti

Mi ricordo – L’archivio di tutti 

Mi ricordo – L’archivio di tutti è un progetto ideato dall’Archivio del Cinema d’Impresa di Ivrea per la raccolta, la digitalizzazione e la diffusione di video familiari in formato 8, super 8, 16 e 24 mm.

Il progetto ha una diffusione regionale ma non solo, presto partirà la campagne di raccolta in Valle d’Aosta.

Il progetto si realizza grazie alla collaborazione con varie istituzioni culturali pubbliche e private presenti sui territori oggetto delle campagne di raccolta e che hanno tra i loro obiettivi la raccolta e la custodia delle fonti e dei patrimoni storici.

L’Archivio Storico della Città di Torino ha aderito alla proposta di collaborazione.

Durante la Notte degli Archivi del 15 settembre 2017, evento ideato per aprire i depositi degli Archivi a tutti i cittadini, è stato presentato un primo documento video realizzato grazie al montaggio di alcuni frammenti raccolti durante la campagna e selezionati.

Il documentario narra parte della storia della nostra città nel periodo che va dal secondo dopoguerra agli inizi degli anni ’70, riportando alla memoria episodi connessi alla vita ordinaria dei cittadini e ai grandi eventi che hanno attraversato Torino.

Ne citiamo solo alcuni: Italia ’61 e la sua monorotaia, le manifestazioni per il lavoro e i diritti sociali, le domeniche dell’austerity, la doppia anima calcistica che da sempre accompagna Torino e che fronteggia le tifoserie granata e juventine, le giostre in Piazza Vittorio Veneto, le donne e i loro cambiamenti…

Molte le persone che hanno partecipato all’iniziativa riempiendo le sale allestite presso l’Archivio Storico della Città di Torino per l’occasione. La proiezione è stata preceduta da una presentazione dei responsabili dell’iniziativa che hanno definito e illustrato gli obiettivi e le caratteristiche del progetto Mi ricordo – L’archivio di tutti.

Molte le emozioni che si sono generate grazie alla visione del video e molte le partecipazioni di gratitudine e di sostegno raccolte al termine della proiezione.

Un invito a procedere e a sostenere le campagne di raccolta di materiali, solo apparentemente minori, che grandi potenzialità hanno nel raccontare e ricostruire la storia della nostra città, la bellissima ed intensa Torino.

Il video presentato durante la Notte degli Archivi è visibile sul sito del progetto.

 




Talismano al Fringe Festival di Edimburgo 2017

Talismano al Fringe Festival di Edimburgo 2017

Nella splendida cornice del Fringe Festival di Edimburgo – edizione 2017, il più importante Festival delle Arti Contemporanee europee, ha trovato spazio l’installazione urbana Talismano.

Talismano è un’occasione di riflessione sul potere della parola e sul suo libero circolare, tra interpretazioni, riflessioni e suggestioni.

Talismano è l’installazione urbana che abbiamo ideato e generato per suggestionare sull’uso potente delle parole. All’installazione si accompagna, per chi lo desidera, ad un Laboratorio di scrittura dedicato.

Chi fosse interessato al Laboratorio o alla presentazione dell’installazione urbana in eventi o manifestazioni può contattarci tramite il sito.

Il testo dell’installazione già presentata a Torino a Paratissima e a Bologna, opportunamente tradotto, è stato diffuso durante il Festival. L’area urbana scelta è stata la Royal Mile, la spettacolare e principale via di Edimburgo. L’installazione diffusa in molteplici copie è stata messa a disposizione dei passanti e dei curiosi. Molti hanno risposto alla suggestione proposta e hanno portato con sè la parola o l’insieme di parole scelto, staccando facilmente il piccolo tagliando, parte dell’installazione.

Una forma di arte partecipata e virale che ha trovato il consenso dei partecipanti e ha suscitato curiosità, stupore e riflessione.

Una forma d’arte interattiva che mescola canoni visivi e comunicativi consueti (il tagliando per offerte di prestazioni di vario tipo) con messaggi e significati dotati di un senso altro.

Una modalità inconsueta, che si è rivelata efficace e sorprendente.