Il potere delle parole

Il potere delle parole

Dialoghi sulle parole e il loro potere al Fondo Tullio De Mauro di Torino.

Nella bellissima sede del Fondo De Mauro*, nel pieno centro di Torino, si svolgono ogni mese incontri dedicati a “parole” speciali e al loro potere. Parole sui cui soffermarsi e riflettere. Parole a volte da comprendere, da definire, da esplorare, da contestualizzare. Parole da accogliere e di cui avere cura per non dimenticare, confondere, non capire. Parole da usare con attenzione. 

Il programma degli incontri del Fondo De Mauro, organizzati dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, si arricchisce di mese in mese di nuove parole: verità, populismo, odio, privacy…

Accompagnati di volta in volta da un ospite diverso si cerca di approfondire il mondo che orbita intorno alla parola scelta. I significati che l’hanno attraversata nel tempo, le metamorfosi e le nuove rivisitazioni.

Il potere delle parole  intende far conoscere per comprendere meglio ma anche per utilizzare consapevolmente, per intendere e intendersi, per incontrarsi e non ignorare.

Un potere a volte speciale su cui soffermarsi anche con riflessioni e laboratori dedicati come quelli che proponiamo come Restituzioni biografiche.

Il laboratorio Talismano, ad esempio, nato dall’installazione virale e dalla performance presentati a Paratissima nel 2013 e recentemente riproposta al Fringe Festival 2017 di Edimburgo, propone un percorso laboratoriale sul potere di alcune parole e sulla loro natura di dispositivi attivatori. Un’esperienza da attraversare.

Uno strumento per approfondire la pratica delle parole, farle proprie non dimenticando come ci ricorda Tullio De Mauro che “la distruzione del linguaggio è la premessa a ogni futura distruzione

 

* Il Fondo De Mauro nasce da una raccolta privata donata alla Rete Italiana di Cultura Popolare da Tullio De Mauro e da sua moglie Silvana Ferreri nel 2012. La raccolta è il frutto di 60 anni di ricerche: migliaia di libri, opuscoli, documenti di “letteratura grigia” relativi ai dialetti italiani e le lingue di minoranza, dizionari dialettali, testi letterari, raccolte di filastrocche, proverbi, racconti e fiabe.

 

 

 




Lo sguardo, lo sfondo, la cornice nei laboratori di scrittura biografica

Lo sguardo, lo sfondo, la cornice nei laboratori di scrittura biografica.

Nei laboratori di scrittura biografica molti sono gli aspetti che attraversano l’esperienza e la rendono unica.

Unica nel suo farsi.

Unica per chi partecipa ma unica anche per chi conduce.

Non esiste un laboratorio di scrittura biografica uguale ad un altro. Ogni esperienza e ogni laboratorio si differenzia dagli altri e non solo ovviamente per le storie e per le persone che partecipano. Trame e tessiture sono di volta in volta differenti così come gli esiti ricercati o inattesi.

L’unicità si declina in tante altre parole che raccontano e definiscono la struttura di questa esperienza.

Alcune di queste parole sono sono particolarmente importanti e interessanti:

Sguardo

Sfondo

Cornice

Per chi desiderasse saperne di più e attraversare, grazie all’esperienza, l’unicità della proposta molte sono le possibilità che Restituzioni biografiche offre nella sezione Percorsi a tema:

dalla pratica delle narrazioni ludiche, brevi proposte di scrittura della durata di 3/4 ore, a veri e propri corsi formativi di durata pluriennale per non dimenticare gli accompagnamenti individuali alla stesura di ricordi di viaggio o di esperienze professionali o personali di cui si desidera tenere memoria o fare dono.

Se invece vuoi iniziare a scrivere e non sai da che parte cominciare puoi divertirti seguendo le indicazioni presenti nella sezione Mettiti alla prova e farmi sapere come va.

C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Vi aspetto.

 




Desiderio di giardino

Desiderio di giardino

Le facili ti colpiscono subito, fin dal primo momento.

Danzano con la meraviglia della bellezza e della vita.

Poi ci sono le altre, quelle che non parlano, non subito almeno;

però le ricordi, ritornano, sono più difficili.

Se ti soffermi ad ascoltarle e le osservi nei dettagli

iniziano a dire e a raccontarti la loro storia.

 

Desiderio di giardino è una foto difficile.

All’inizio forse perfino ti respinge, quel disordine polveroso e caotico,

pochezza di materiali e caos di forme, confini non chiusi,

qualcosa rimane fuori, fuori dall’inquadratura per sempre.

Poi scorgi i particolari,

tracce che narrano di un tempo quotidiano, di riti inaspettati:

due sedie, un tavolino, l’asta per un probabile ombrellone estivo.

Una coppia o forse una persona sola

che condivide il suo giardino o vorrebbe farlo.

I fiori finti, sempre fioriti, gli attrezzi per tenerlo in ordine.

 

La cura confusa di quello spazio, forse di risulta,

strappato al marciapiede di fronte all’uscio,

dona alla foto quella luce

che il kitch dei suoi oggetti non sembra poterle regalare.

 

La cura ora domina la scena, rende onore alla figurina

immaginaria che abita quel luogo e che respira, per sé e per gli altri,

di desiderio di giardino.

Manuela Ravecca

Torino, ottobre 2017




La relazione biografica

La relazione biografica

La relazione biografica, un contesto di cura e di attenzione dove leggersi e poi forse… scriversi.

La scrittura biografica è una scrittura particolare che nasce essenzialmente nell’ambito di una relazione specifica. Una relazione che parte e si sviluppa nel reciproco ascoltarsi e narrarsi.  La relazione biografica trova poi nella parola scritta un suo primo esito condiviso.

Il testo viene partecipato, condiviso e rivisitato insieme ed entrambi gli attori della relazione sono presenti, un testo che può trasformarsi e prendere altre forme, oggetto di sperimentazioni e ricerche sempre molto affascinanti.

Essere narratori e ascoltatori nel medesimo contesto facilita il gioco delle parti.  Si sviluppa nella relazione biografica quell’attenzione empatica di cui tutti noi facciamo esperienza nelle ordinarie buone relazioni che attraversiamo giorno per giorno.

La comunicazione gioca i suoi tempi e i suoi ritmi che facilitano il racconto di sé e l’accoglienza delle parole dell’altro e rendono unica la relazione biografica.

Nei laboratori di scrittura biografica proposti tutti questi passaggi sono presenti e posti all’attenzione e alla cura di chi partecipa e si dedica alla restituzione biografica, rendendo così la partecipazione unica nel suo genere.

 

 

Per approfondire l’argomento è possibile leggere il testo dedicato alla restituzione biografica:

Ravecca M. (2013), Narrazioni d’opera. La restituzione biografica: una pratica di scrittura per la formazione e la documentazione educativa, Spaggiari Ed., Parma.

 

 




Laboratorio di Architettura letteraria

Laboratorio di Architettura letteraria alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Un affascinante Laboratorio di Architettura letteraria condotto dall’Architetto Matteo Pericoli si è svolto a Torino dal 16 al 19 novembre 2017 . Una proposta concentrata nel tempo e nello spazio, nell’ampio e luminoso atelier didattico della Fondazione.

Una bellissima esperienza formativa alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.

Il Laboratorio di Architettura letteraria ha coinvolto una ventina di partecipanti tra architetti, lettori, scrittori e appassionati di pratiche di contaminazione tra le varie arti. 

Ho avuto la fortuna di essere una di questi.

La sfida trasformare o ridisegnare un testo, scelto tra quattro proposti, generando una forma solida che divenisse edificio reale, con una sua fattibilità e una sua funzione. Quattro giorni intensi e affascinanti. Confronti serrati sulle forme e i loro significati, le parole che si materializzano e termini tecnici che tornano parole, riutilizzabili altrove.

Grazie ad Elisa, Elena e Giulia, preziose compagne di banco con le quali abbiamo trasformato il testo enigmatico e affascinante di Hemingway Colline come elefanti bianchi in un cannocchiale panoramico sospeso sullo strapiombo di un canyon e grazie alle quali un nuovo testo si è generato che ha accompagnato l’opera nella presentazione finale nel book shop della Fondazione Sandretto.

 

Grazie a Matteo, istrionico e suggestivo conduttore, dall’esperienza internazionale, visionaria e libera, a Giuseppe, attento e ironico tutor narrativo e ad Anna Maria, affabile padrona di casa che ci ha accompagnato nelle altalene creative.

 

Il lavoro è stato intenso, bello e significativo. Una particolare attenzione è stata posta alle tematiche dell’accessibilità alle pratiche laboratoriali per le persone non vedenti che hanno potuto partecipare al laboratorio.

 

Confrontarsi con altre competenze, professionalità ed esperienze è stato entusiasmante ed arricchente e, ciliegina sulla torta, il nostro modello, il mitico cannocchiale panoramico alla Hemingway, è ora esposto nella vetrina dello studio di architettura NB Architetti in via Saluzzo 28/c.

Senza parole e molto contenta.

Grazie a tutti

Per maggiori informazioni sull’esperienza proposta:

Matteo Pericoli

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo