Un giorno si, un giorno no – Levanzo

Un giorno si, un giorno no

Levanzo

Distrattamente come quando in vacanza a naso in su scorgi tutto come fosse nuovo,

meraviglia dell’ordinario che piano piano si fa straordinario.

Riempi prima gli occhi, poi le narici, si respira il fresco, l’inatteso, lo si desidera.

Giri quell’ultimo angolo di via e lì sull’uscio ti aspettano,

garbati narratori in attesa di viaggiatori curiosi.

Il vento che sempre origlia e poi la nave e poi chissà tu dove porterai le loro storie, leggère inizieranno il loro andare per non perdersi, altrove.

Agli occhi ignari di chi guarda quadri di gatti sulle pareti attraggono.

Non sono quadri consueti. Gatti sornioni e biricchini rubano la scena a personaggi illustri in opere famose, ironiche e dissacranti figurine che sarebbero piaciute.

Ma non è lì tra quei quadri che si posa il cuore.

Entri, un caffè, due chiacchiere, l’autrice non c’è, moglie curiosa e un po’ stravagante, ama l’arte, ne ha fatto il suo lavoro, ma non è tutto.

Tra quelle pareti si cela il ricordo di un’altra opera, di un’altra storia.

Vedi poco più in là quella casa di tufo nero? quella casa quadrata che sembra fatta con il righello e la squadretta? Cinta da un giardino rigoglioso, fichi ricchi e succosi, nespole e ulivi generosi.

Un incontro molti anni fa al bar del paese con chi abitò quella strana casa, un invito rimandato a lungo, poi infine colto.

Un omino piccolo e solo sull’uscio aspetta, un uomo che certo fu forte e determinato, povero e fiero.

Una storia si affida al vento, di nuovo, e a chissà chi ne farà tesoro.

Molti anni fa in gioventù l’omino decise di costruirsi la sua casa, una bella semplice casa in tufo, una casa quadrata, poche nicchie all’interno, angoli essenziali per accogliere e abitare: il letto, la cucina e un posto speciale, una piccola rientranza nella parete, quadrato nero illuminato dal riverbero di una bottiglia di zibibbo accompagnata da due piccoli bicchieri ricamati, luogo in attesa di nuovi viaggiatori.

L’uomo non possedeva nulla se non il suo lavoro, la sua forza, la sua perseveranza.

Un giorno falciava l’erba, grossi sacchi che caricava sulla piccola barca che usava per pescare, il giorno dopo prendeva il mare, spingendosi fino a Favignana, da Levanzo a Favignana, un giorno si e un giorno no, faticare, riposare e tornare a faticare.

Mare grosso che si gonfia, laguna piatta che rispecchia, ma tu rema, rema muratore.

Al ritorno un mattone di tufo, un bel mattone color dell’oro, regolare e ben fatto, riempie la tua piccola barca.

Tutto il carico per un mattone di tufo.

Tutta la tua fatica per un mattone d’oro.

Un giorno si, un giorno no,

786 mattoni, 786 viaggi

per far fiorire la tua casa.

Un giorno si, un giorno no.

Torino, 30 agosto 2018

 

 

 




E’ primavera… svegliatevi scrittori!

E’ primavera… svegliatevi scrittori!

E’ primavera… svegliatevi scrittori è il percorso di accompagnamento alla scrittura pensato per tutti coloro che vorrebbero ma… non sanno come fare.

Vorrebbero dare una forma organizzata ai materiali che custodiscono nei cassetti o tra le pieghe dei ricordi di viaggio e di lavoro, tra il retro delle fotografie e i commenti alle vecchie diapositive ma non sanno da dove iniziare.

Sentite nell’aria il profumo del nuovo? Si risveglia la natura, sbocciano i fiori, si cambiano gli armadi, si fa pulizia, si riordinano i pensieri e… si aprono i cassetti! E’ primavera… svegliatevi scrittori!

E se nei cassetti nascondete tesori: vecchi diari, lettere, appunti sparsi, impressioni di viaggio, itinerari biografici tra i vostri ricordi professionali o personali, è arrivato il momento di tirarli fuori e provare a dare loro una forma.

Non sapete da dove partire? rischiate di perdervi tra i ricordi e non riuscite a trovare il filo… ? Come fare ad organizzare il lavoro di stesura? Quando trovare il tempo e quale sarà il modo migliore? 

Non preoccupatevi!

E’ pronto per voi un percorso di accompagnamento alla scrittura e alle stesure biografiche e autobiografiche: E’ primavera… svegliatevi scrittori!

Un percorso di sostegno alla narrazione che vi farà scoprire inediti sguardi alla scrittura e al vostro modo di intenderla. Un’occasione per divertirvi, scoprirvi alle prese con stili nuovi o differenti dai consueti. Un modo per trovare nella scrittura un’alleata preziosa per tessere i vostri fili narrativi e organizzare i vostri documenti.

Un percorso organizzato in moduli, ciascuno indipendente ma se vorrete progressivo.

Un percorso individuale o per piccoli gruppi, di massimo quattro persone.

Si può cominciare con il primo modulo, valutare l’approccio, capire se è la strada giusta e verificare il proprio desiderio di mettere ordine tra le carte. Un’occasione per poi decidere se procedere nella proposta o, perché no, proseguire autonomamente nell’opera di stesura desiderata.

A volte, si sa, basta cominciare e poi il gioco viene da sé.

Ogni modulo dura circa 6/8 ore  e si definisce in base alle esigenze specifiche di ogni situazione e contesto.

Non esitate a chiedermi informazioni o chiarimenti come sempre scrivendo all’indirizzo mail normandia11@alice.it o lasciando un messaggio nella pagina dei contatti.

Buona primavera a tutti.

 

 




Il potere delle parole

Il potere delle parole

Dialoghi sulle parole e il loro potere al Fondo Tullio De Mauro di Torino.

Nella bellissima sede del Fondo De Mauro*, nel pieno centro di Torino, si svolgono ogni mese incontri dedicati a “parole” speciali e al loro potere. Parole sui cui soffermarsi e riflettere. Parole a volte da comprendere, da definire, da esplorare, da contestualizzare. Parole da accogliere e di cui avere cura per non dimenticare, confondere, non capire. Parole da usare con attenzione. 

Il programma degli incontri del Fondo De Mauro, organizzati dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, si arricchisce di mese in mese di nuove parole: verità, populismo, odio, privacy…

Accompagnati di volta in volta da un ospite diverso si cerca di approfondire il mondo che orbita intorno alla parola scelta. I significati che l’hanno attraversata nel tempo, le metamorfosi e le nuove rivisitazioni.

Il potere delle parole  intende far conoscere per comprendere meglio ma anche per utilizzare consapevolmente, per intendere e intendersi, per incontrarsi e non ignorare.

Un potere a volte speciale su cui soffermarsi anche con riflessioni e laboratori dedicati come quelli che proponiamo come Restituzioni biografiche.

Il laboratorio Talismano, ad esempio, nato dall’installazione virale e dalla performance presentati a Paratissima nel 2013 e recentemente riproposta al Fringe Festival 2017 di Edimburgo, propone un percorso laboratoriale sul potere di alcune parole e sulla loro natura di dispositivi attivatori. Un’esperienza da attraversare.

Uno strumento per approfondire la pratica delle parole, farle proprie non dimenticando come ci ricorda Tullio De Mauro che “la distruzione del linguaggio è la premessa a ogni futura distruzione

 

* Il Fondo De Mauro nasce da una raccolta privata donata alla Rete Italiana di Cultura Popolare da Tullio De Mauro e da sua moglie Silvana Ferreri nel 2012. La raccolta è il frutto di 60 anni di ricerche: migliaia di libri, opuscoli, documenti di “letteratura grigia” relativi ai dialetti italiani e le lingue di minoranza, dizionari dialettali, testi letterari, raccolte di filastrocche, proverbi, racconti e fiabe.

 

 

 




Lo sguardo, lo sfondo, la cornice nei laboratori di scrittura biografica

Lo sguardo, lo sfondo, la cornice nei laboratori di scrittura biografica.

Nei laboratori di scrittura biografica molti sono gli aspetti che attraversano l’esperienza e la rendono unica.

Unica nel suo farsi.

Unica per chi partecipa ma unica anche per chi conduce.

Non esiste un laboratorio di scrittura biografica uguale ad un altro. Ogni esperienza e ogni laboratorio si differenzia dagli altri e non solo ovviamente per le storie e per le persone che partecipano. Trame e tessiture sono di volta in volta differenti così come gli esiti ricercati o inattesi.

L’unicità si declina in tante altre parole che raccontano e definiscono la struttura di questa esperienza.

Alcune di queste parole sono sono particolarmente importanti e interessanti:

Sguardo

Sfondo

Cornice

Per chi desiderasse saperne di più e attraversare, grazie all’esperienza, l’unicità della proposta molte sono le possibilità che Restituzioni biografiche offre nella sezione Percorsi a tema:

dalla pratica delle narrazioni ludiche, brevi proposte di scrittura della durata di 3/4 ore, a veri e propri corsi formativi di durata pluriennale per non dimenticare gli accompagnamenti individuali alla stesura di ricordi di viaggio o di esperienze professionali o personali di cui si desidera tenere memoria o fare dono.

Se invece vuoi iniziare a scrivere e non sai da che parte cominciare puoi divertirti seguendo le indicazioni presenti nella sezione Mettiti alla prova e farmi sapere come va.

C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Vi aspetto.

 




Desiderio di giardino

Desiderio di giardino

Le facili ti colpiscono subito, fin dal primo momento.

Danzano con la meraviglia della bellezza e della vita.

Poi ci sono le altre, quelle che non parlano, non subito almeno;

però le ricordi, ritornano, sono più difficili.

Se ti soffermi ad ascoltarle e le osservi nei dettagli

iniziano a dire e a raccontarti la loro storia.

 

Desiderio di giardino è una foto difficile.

All’inizio forse perfino ti respinge, quel disordine polveroso e caotico,

pochezza di materiali e caos di forme, confini non chiusi,

qualcosa rimane fuori, fuori dall’inquadratura per sempre.

Poi scorgi i particolari,

tracce che narrano di un tempo quotidiano, di riti inaspettati:

due sedie, un tavolino, l’asta per un probabile ombrellone estivo.

Una coppia o forse una persona sola

che condivide il suo giardino o vorrebbe farlo.

I fiori finti, sempre fioriti, gli attrezzi per tenerlo in ordine.

 

La cura confusa di quello spazio, forse di risulta,

strappato al marciapiede di fronte all’uscio,

dona alla foto quella luce

che il kitch dei suoi oggetti non sembra poterle regalare.

 

La cura ora domina la scena, rende onore alla figurina

immaginaria che abita quel luogo e che respira, per sé e per gli altri,

di desiderio di giardino.

Manuela Ravecca

Torino, ottobre 2017