HUMAN – biografie dal mondo

HUMAN – biografie dal mondo

Yann Arthus-Bertrand è l’artefice di questo capolavoro narrativo. HUMAN racchiude decine e decine di biografie raccolte in ogni parte del mondo che raccontano e narrano i temi dell’uomo e la sua umanità. I temi che da sempre accompagnano l’uomo e lo interrogano: cosa ti rende felice? cosa ti addolora? cosa credi sia veramente importante nella tua vita e in quella dei tuoi cari?

In un alternarsi spettacolare di immagini di paesaggi terrestri, belli da togliere il fiato, e di brani musicali, onirici ed evocativi, compaiono in primo piano su sfondo scuro i volti degli umani, uomini e donne di tutti i colori e di tutte le provenienze che ci raccontano le loro risposte, i loro pensieri, i loro sogni. Le biografie si intuiscono, si costruiscono, si definiscono, in un prima e in un dopo che ognuno di noi può immaginare e prefigurarsi.

Incantevole e affascinante il montaggio e la resa estetica e sociale. Una miscellanea di umanità che ci riporta dolcemente, anche quando i racconti si fanno duri, tragici, dolorosi, ad una realtà di comunione e di condivisione. Non siamo poi così tanto diversi, non siamo poi così tanto lontani.

Così Yann Arthus-Bertrand racconta l’idea iniziale e il grande interrogativo di partenza:

Io sono un uomo tra sette miliardi di altri uomini. Negli ultimi 40 anni ho fotografato il nostro pianeta e la sua diversità umana, e ho la sensazione che l’umanità non stia facendo alcun progresso. Non riusciamo sempre a vivere insieme. Perché? Io non ho cercato una risposta nelle statistiche o nelle analisi, ma nell’uomo stesso

HUMAN è un lavoro politicamente impegnato che permette, partendo dalle biografie dei singoli, di riflettere e di abbracciare la condizione umana per riflettere sul senso della nostra esistenza e della nostra appartenenza.

HUMAN è un progetto dove l’attenzione alla restituzione biografica è forte e dirompente, generativa e intima. 

L’augurio di un buon viaggio a tutti.

per saperne di più ed iniziare il viaggio




Baratto culturale. Una storia in cambio di…

Baratto culturale.
Una storia in cambio di… un soggiorno partecipato.

Il baratto, forma antica di commercio e scambio. Ma oggi? Quale baratto è possibile?

E’ possibile offrire un baratto culturale? Una storia in cambio di…

Forse una storia per un soggiorno partecipato? La possibilità di entrare da protagonisti nella vita che anima i giorni di un paese dell’entroterra sardo, osservarne e conoscerne da privilegiata le abitudini, gli usi e i costumi. Un baratto culturale. Una storia in cambio di… un soggiorno partecipato. Non c’è denaro, non c’è quantificazione esatta, c’è la voglia di incontrarsi, di scoprirsi e di confrontarsi per infine restituirsi una storia, un racconto in omaggio, che diviene traccia.

All’inizio l’incontro grazie alla piattaforma internazionale timerepublik.com , una banca del tempo on line per lo sviluppo di un’economia collaborativa, poi la conoscenza, prima virtuale poi reale, ed infine la parola, l’esperienza che si fa testo e forma, diviene restituzione.

Ecco un assaggio della restituzione realizzata al termine del nostro primo incontro, la traccia del nostro primo baratto culturale.

Ricordi per Cuglieri

Terra aspra di gusti e di profumi ma delicata d’acqua e di stelle generose di luce e di visioni. Un luogo dove l’antico tenacemente resiste nelle fibre forti delle pietre che tutto raccontano e nascondono e nella tenacia degli uomini e delle donne che lo abitano da sempre, di generazione in generazione.

Occhi chiari, limpidi e cristallini come le acque dei rivi e dei ruscelli illuminano i volti delle donne, che non ti aspetti in questi luoghi forgiati dal ferro e dai vulcani antichi. Ritrovi negli uomini la forgia dei metalli e la fatica del lavoro duro che tempra più del fuoco e della pietra.

A Cuglieri il mare e la montagna si incontrano e si fondono in un paesaggio lussureggiante e profumato, le storie delle famiglie si intrecciano tra loro e accolgono il nuovo, il diverso, lo straniero che curioso cerca di capire, carpire il segreto e fare anche un po’ propria la forza della radice antica che resiste tra le pietre della storia. Comprare le pietre, rimetterle a nuovo, insediarsi tra gli altri per cercare un luogo dove posare anche la propria radice, per sostare e riposare, e, forse, domani ripartire.

Una storia che pare quasi di famiglia, anche se antica di mille e mille anni.

Cuglieri, la storia, il luogo, le persone, il cibo, gli animali, il ritmo del tempo, il caldo e il freddo. Si ritorna ad un primitivo dimenticato ma necessario, dove il fuoco, tra gli elementi, insieme all’acqua abbondante come non mai in Sardegna, all’aria profumata di erbe e spezie e alla terra nutriente, ritornano ad essere prima di tutto elementi di vita e non pericoli, da cui tenersi lontani e di cui avere paura. Un fuoco che abita i camini, le cucine, le serate all’aperto, i cibi, i vini forti e maturi, le pietre nere che ornano i giardini e le case, i manufatti in ferro fuso lavorati incandescenti.

Cuglieri e la sua lingua, un sardo che si rincorre come una cantilena che parte piano e poi si increspa, rincorre le parole e le consonanti mai cosi piene fino in fondo, mai così importanti per fare la differenza. Lingua di nenie e filastrocche, di poesie rituali e di basi ritmiche che portano al canto parlato e ai giochi dei suoni, da sempre e per sempre.

 




Laboratori di scrittura per tutti

Due laboratori di scrittura gratuiti per tutti.

Nel centro di Torino, in piazza Castello nello Spazio Agorà l’appuntamento ad Agosto è con due laboratori di scrittura aperti a tutti, previa iscrizione gratuita. Volete saperne di più? Ecco i dettagli.

Scritture Fritte Miste

AGORÀ A TORINO 2015 – appuntamenti per il PUBBLICO 19 agosto.

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Mescolare gusti e sapori, ricordi e segreti. Parole e pastelle, fritture e grassetti… vuoi provare?

A Torino, in piazza Castello nello Spazio Agorà i primi laboratori di scrittura gratuiti su Cibo e Scrittura. Insieme raccoglieremo e trascriveremo spunti, ingredienti e sapori delle nostre ricette preferite o dimenticate, scoprendo insieme quanto sia divertente scriverne.

Scritture Fritte Miste si terrà in occasione degli eventi collaterali di EXPO ospiti nella capitale piemontese nello Spazio Agorà, gestito dalla Compagnia di San Paolo e dal Comune di Torino. Il laboratorio di scrittura della durata di circa 2 ore e 30 minuti circa si terrà mercoledì 19 agosto dalle ore 16.00 alle ore 19.00. Si rivolge a tutti ed è ad ingresso libero, è necessario iscriversi per riservare il posto telefonando o scrivendo ai riferimenti dello Spazio Agorà. I posti sono limitati per consentire lo svolgersi dei laboratori di scrittura.

I laboratori di scrittura si rivolgono agli adulti; agli iscritti si richiede di portare con sé un piccolo taccuino.
INGRESSO GRATUITO SU PRENOTAZIONE: agoratorino2015@gmail.com0114322852
(dal 10 al 14 agosto le prenotazioni verranno prese esclusivamente via mail).

Scrivere Torino

AGORÀ A TORINO 2015 – appuntamenti per il PUBBLICO 26 agosto.

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Per chi non riuscisse ad iscriversi o non potesse, la settimana successiva, stesso luogo e stesso orario un altro dei laboratori di scrittura gratuiti. In quest’occasione il tema sarà Torino e la sua bellezza. Guardare e scoprire da torinesi la nostra città e scriverne in  piccoli appunti di viaggio. L’arte di fermare i frammenti dei luoghi a noi cari inizierà a disvelarsi in questo breve laboratorio e chissà che non nasca il desiderio di partire per il prossimo viaggio con penna e taccuino al seguito. Il  laboratorio Scrivere Torino ci porterà alla scoperta di luoghi inconsueti ed inediti della nostra città, reali o immaginari.

L’appuntamento in questo caso è per mercoledì 26 agosto alle 16.00 alle 19.00 sempre allo Spazio AgoràI posti sono limitati per consentire lo svolgersi dei laboratori di scrittura.

I laboratori di scrittura si rivolgono agli adulti; agli iscritti si richiede di portare con sé un piccolo taccuino.
INGRESSO GRATUITO SU PRENOTAZIONE: agoratorino2015@gmail.com0114322852
(dal 10 al 14 agosto le prenotazioni verranno prese esclusivamente via mail).

 




La panchina

di Manuela Ravecca.

Satoschi Yonehara mi accompagna, fa caldo. Finite le lezioni del mattino decidiamo di andare in giro per Pechino, camminare e camminare, sentire e respirare la città.

È di Hiroschima, Satoschi, viene da quella città simbolo, martoriata dagli uomini e dal ricordo di tanta cattiveria. È un giapponese anomalo, mistico. Dopo aver visitato Pechino vuole andare in Tibet, là cerca il respiro che dà pace e tranquillità. Il senso delle cose, buone e giuste.

È il mio compagno di banco, studia molto e a volte mi aiuta, quando la lingua cinese diventa così ostile, per me che, unica italiana allora, ne affronta lo studio direttamente dall’inglese.

Siamo arrivati nel parco del Tientan, il Tempio del Cielo, la cupola blu accarezza le chiome degli alberi, ogni cosa pare in armonia, non si odono suoni se non naturali.

E là ci aspetta la nostra panchina, il nostro cinematografo all’aperto, la nostra platea sul palco della vita. Il teatro si anima di personaggi: bambini con le retine che cercano di catturare le cavallette porta fortuna, vecchi, ancora nelle divise blu o grigie, che giocano a dadi o a dama o a domino, gruppi di uomini e donne che lentamente si muovono attraversando l’aria con le forme del Tai chi, persone di tutte le età che passeggiano con le palline della salute tra le mani, facendole roteare con antica e sapiente abilità. Il suono cristallino che nasce dall’incontro e dallo scontro delle palline decorate porta lontano da quella panchina, da quel parco, da quel luogo, profuma di monasteri e medicina, di preghiera e di gioco. Un viaggio nel viaggio.

Passa il tempo, corre rapito dalle immagini che scorrono lievi e dense davanti a noi: colori, voci, suoni, volti, costumi, profumi indimenticabili e mai dimenticati.

Il testo ha vinto il Premio della critica al concorso Racconti in cammino  a cura del Nordic Walking Live di Carpi, nel novembre 2014.




Perchè scrivere? La presa di parola

Il diritto di parola
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il
proprio pensiero con le parole, lo scritto
e ogni altro mezzo di diffusione

Art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana

Scrivere per prendere la parola
È interessante osservare come nel corso degli anni alcune caratteristiche dei laboratori di scrittura si ripetano con una certa costanza, senza apparentemente essere condizionati dal contesto di realizzazione, dall’età dei partecipanti, dalla professione svolta o a da altre variabili definibili. Una di queste costanti è la difficoltà di prendere la parola.

Legittimarsi ad un atto che si pone alla base del nostro essere comunità democratica, dove tutti hanno diritto di parola, sembra essere ancora molto difficile.

In questo contesto, per molti, il laboratorio di scrittura diventa palestra di presa di parola, per alcuni sorprendentemente la prima palestra che gli sia stata offerta dai tempi della scuola. Ognuno ha il suo tempo per dire, per essere ascoltato e per ascoltare con attenzione. Si giocano le regole del codice comunicativo e per molti è la prima volta che ci si sofferma ad osservare la comunicazione, la sua punteggiatura, i suoi ritmi, i suoi tempi (Watzlawick, 1971).

Quando dalla parola si passa alla scrittura e poi alla lettura, gli scritti sono rinforzati e legittimati ulteriormente dall’esercizio della presa di parola. La scrittura diventa anch’essa strumento del diritto di parlare, di dire, di esprimere. Trovare le parole per dire (Cardinal, 2001). Una scrittura che non porta in sé l’esperienza di questa pratica, la consapevolezza dell’esercizio di questo diritto è una scrittura monca, incompleta, mancante di forza e di coerenza.

Nelle scuole e nei servizi educativi l’esercizio del diritto di parola è parte fondamentale nella gestione dell’istituzione stessa ma anche nell’organizzazione della pratica didattica. Un insegnante attento alla propria presa di parola, capace di esercitarla, sarà un adulto in grado non solo di praticare il proprio diritto di parola ma di educare gli altri, che gli sono stati affidati, al rispetto e all’esercizio di questo diritto.

La scrittura e la sua pratica si connettono così fortemente all’esercizio della pratica democratica ed inizia ad intravedersi il forte senso etico che attraversa questo medium espressivo.

Ci racconta Laura, una volontaria della memoria che ha raccolto la storia di Caterina: “… un ulteriore elemento interessante è stato dato dalla consapevolezza di poter dare voce a ricordi, emozioni che altrimenti non l’avrebbero avuta, … in tal senso la raccolta di autobiografie ha una forte valenza sociale” (Silvestro, 2002). Scrivere per ordinare il proprio pensiero, per esprimere il proprio punto di vista, comunicarlo agli altri, osando. “Prendere la parola e mostrarsi” (Arendt, 1988). Scrivere per esercitare un diritto democratico, per prendere ed offrire la parola. “Il mondo cresce attraverso le storie” (Mascagna, 2002) ci ricorda Ivano Mascagna, volontario della memoria.
“Le persone come Emilia che hanno contribuito a formare le radici e le basi del mondo attuale, anche se sembra che questo ora le rifiuti, hanno diritto di far sentire la loro voce, e tutti noi il dovere di conservarne la memoria” (Brunetti, Ravecca, 2002) ci ricorda Luciana Spinardi, volontaria della memoria che ha raccolto la storia di Emilia, donna e contadina di Langa.

Per approfondire:

Watzlawich P. (1971), Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio Ubaldini, Roma.
Cardinal M. (2001), Le parole per dirlo, Bompiani, Milano.
Arendt H. (1988), Vita activa. La condizione umana, Bompiani, Milano.
Mascagna I. , Silvestro S. (2002), “Il mondo cresce attraverso le storie”, in Ravecca M. (a cura di), Le nostre storie e le storie di altri, Centro Interculturale della Città di Torino, Torino.
Brunetti C., Ravecca M. (a cura di) (2002), Ti regalo una storia. Un’esperienza di volontariato autobiografico, Fondazione Ferrero, Alba.