Living Library – il luogo dove le persone si fanno libri

Living Library – il luogo dove le persone si fanno libri

Grazie a Anna Pia, la mia libraia e raccoglitrice di storie.

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Ultimatum

Manuela sogna una casa vicino al mare, accarezzata dal vento e profumata di sale. Un giorno, dal balcone della sua casa a Torino, scopre un nido di gabbiani su un comignolo. Da allora, ogni mattina, alla stessa ora, assiste al loro canto, li segue con lo sguardo mentre volteggiano nell’aria e, per un attimo, sembra di essere al mare. La casa è anche un luogo per sognare, la sua è diventata quasi magica. 

Come quella volta in cui rientrò dal viaggio in Scozia, aprì la porta e, quando entrò in cucina, trovo la casa invasa da… Che fare per avere la sua casa come prima? Uccidere? Basta un attimo per iniziare una guerra. Ci voleva una strategia. Un ultimatum…

Tratto dalla sinossi della Storia di Manuela Ultimatum

Narrata la serata del 30 settembre all’housing sociale di via Cigna 14 per Living Library – Torino Spiritualità

 

 




Quando hai detto no

Quando hai detto no

Un laboratorio che mi piacerebbe fare

Viviamo in un tempo strano.

L’omologazione e la dispersione nella folla sembrano le regole che governano il nostro apparente pacifico vivere insieme, anche se poi la diversità, la particolarità di ciascuno, l’essere fuori dal comune sembrano essere il nuovo trend da seguire per essere creativi, up, di successo, non dimenticandosi poi di una dimensione privata che mai come ora sembra essere diventata il reale deposito dove la dimensione del senso del vivere si manifesta e si capitalizza diventando luogo di rifugio e di accoglienza dalle fatiche che l’omologazione e l’eccentricità richiedono.

Contraddizioni in termini.

Una frizione che si riverbera nelle vite di ciascuno.

Un leggero attrito che si avverte nel momento in cui si dice no, si rifiuta una proposta, una situazione, una tendenza, una collocazione, un pensiero, una definizione, uno sguardo altro su di noi o per noi. Un momento cruciale nella crescita di ciascuno e non solo del bambino che dice il suo primo no, ancora piccolo, alle persone da cui dipende completamente la sua vita. Filosofi hanno dibattuto il tema dell’alternanza tra l’identificazione e l’individuazione, tra l’essere come, insieme agli altri, e l’essere diversi, unici a se stessi.

Un disagio che, nel momento in cui si dice no e in cui ci si differenzia e ci si discosta, mette in luce non solo la nostra differenza ma anche quella degli altri e che ritorna come un boomerang, spesso dritto nello stomaco.

L’eterno rimbalzo tra chi sono io e chi sei tu.

Si cercano nuove vie prima semplicemente inesplorate, si abbandonano luoghi di privilegio e tempi di ristoro per definirsi altrove, aderenti alla propria coerenza o forse solo sperando di esserlo.

Parte un nuovo viaggio e una nuova ricerca.

Un laboratorio che mi piacerebbe fare. Quando hai detto no.

 




La documentazione biografica tra insegnanti

La documentazione biografica tra insegnanti

La documentazione biografica:
una pratica di scrittura innovativa per raccontarsi e raccontare il proprio lavoro.

Di che cosa si tratta?
Quando pensiamo alle modalità di realizzazione di una documentazione ci immaginiamo in genere una persona o un gruppo di persone che insieme cercano di raccogliere, organizzare e presentare dei materiali e dei ricordi relativi a un’esperienza realizzata. Le modalità possono essere differenti, come spesso è stato raccontato e illustrato nei libri che si riferiscono a tale ambito.

Possiamo pensare, ad esempio, alla documentazione prima di agire l’attività (a priori), durante la realizzazione dell’esperienza stessa (in itinere) o al termine (a posteriori): cambiano gli strumenti, le modalità e gli esiti (Ravecca, 2013, p. 40). Possiamo pensare alla documentazione come a una ricostruzione condivisa. In questo modo di documentare la narrazione soggettiva dell’esperienza stessa è presente ma rimane collaterale ad altri aspetti che sembrano assumere maggiore visibilità e struttura: la fotografia o il video che ritraggono momenti dell’esperienza, le parole dei bambini che hanno partecipato all’attività, gli oggetti prodotti, esito dell’attività, o altro ancora.

Il punto di vista soggettivo dell’adulto o del gruppo che ha pensato, condotto e realizzato l’esperienza rimane sullo sfondo, come un filo, un racconto a volte autobiografico o cronicistico, altre volte come un pensiero che si intuisce sottintendere l’esperienza ma che non emerge sempre chiaramente.
La documentazione viene narrata autobiograficamente dall’insegnante, dall’educatore o dal gruppo ma la narrazione sfugge a un’elaborazione dedicata più specifica, a un’osservazione più attenta e a una riflessione che può divenire base per la costruzione di saperi aggiuntivi.

La documentazione biografica nasce proprio per mettere al centro dell’esperienza di documentazione la narrazione soggettiva dell’esperienza stessa a opera dell’insegnante o dell’educatore che ha condotto l’attività.
Parliamo di documentazione biografica e non di documentazione autobiografica perché il racconto dell’esperienza
viene raccolto e rielaborato da un altro insegnante o educatore che definisce le caratteristiche della documentazione che può essere un testo, un oggetto, un prodotto multimediale o altro. Se il contesto lo consente, il narratore e il raccoglitore si scambiano i ruoli e in un reciproco gioco di sguardi e di racconti si generano tra gli insegnanti condivisione di saperi, di emozioni, di esperienze.

L’agire in prima persona la narrazione di esperienze e l’essere reciprocamente e contemporaneamente documentaristi di un altro insegnante generano nel gruppo e nel collegio docenti un’atmosfera particolare che apre il contesto ad approfondimenti e scoperte prima non così facilmente avvicinabili. La documentazione biografica diviene una pratica educativa e formativa oltre che documentativa quando questi esiti divengono a loro volta base di riflessione e di confronto.

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La documentazione biografica è una pratica che richiede tempo e dedizione, va appresa in contesti formativi dedicati ove, attraverso la partecipazione a laboratori biografici specifici, viene praticata con cautela, delicatezza e gradualità prima di poter essere esercitata nell’ambito di riferimento di ciascuno.

Attraversare prima le esperienze che si pensa di proporre ad altri rimane uno dei fondamentali presupposti deontologici di chi si muove nei territori del recupero biografico.

 

Per saperne di più
ecco la versione integrale dell’articolo pubblicato sulla Rivista “Bambini”, ed. junior- Spaggiari, Parma, marzo 2016.

Narrazioni d’opera tra educatori e insegnanti




Perché documentare?

Cosa significa documentare e perché è così importante non dimenticarsi di documentare.

Quando tutti pensano di sapere il significato di una parola, questa smette di respirare, di vivere. Se penso di sapere già cosa sto facendo, smetto di interrogarmi, smetto di avere cura delle parole

Laura Formenti

Documentare: lavorare con le parole per le parole

È interessante, quando ci si avvicina a una parola nota e diffusa, come per esempio anche la parola documentazione, interrogarsi sul suo significato essenziale, sul messaggio che si pensa possa trasmettere universalmente e oggettivamente, cercando di verificarne la comprensione.

La ricerca sull’ermeneutica delle parole diventa una palestra interessante per scoprire dimensioni soggettive di senso e percezioni che si rivelano non condivise, narrate con questa o quella parola. Durante i corsi sulle tecniche di documentazione, tenuti nel tempo, il percorso inizia proprio dalla ricerca di un significato condiviso del termine documentazione, per comprendere meglio ciò che ognuno ritenga ne sia il senso.

Un patto di comprensione reciproca che si rivela utile durante il percorso da attraversare insieme, un accordo per definire il punto di partenza e per accertarsi del punto d’approdo. Quindi interrogare le parole insieme per “sperimentare quel loro essere incarnate dentro le nostre azioni, gesti, sensazioni, sentimenti” (Formenti, 2009), per riscoprirne il forte valore fondativo del nostro vivere insieme, per affidare loro un significato condiviso.

In quel contesto specifico, nel qui e ora, sia che si tratti di un percorso formativo, di un collegio docenti, di un incontro con un collega o una collega, di una riunione con le famiglie, di una stesura didattica, di un allestimento pubblico.

Interrogarsi sul che cosa si intenda per documentazione è il filo conduttore dell’articolo pubblicato sulla rivista Bambini (ed. Spaggiari) nel numero di settembre 2015 e ora disponibile per tutti on line al seguente link:

Perché documentare?




A Natale regala… un ricordo Laboratorio alla Luna’s Torta

A Natale regala… un ricordo

Un breve laboratorio di scrittura per rendere speciale il vostro Natale e quello dei vostri cari. A Natale regala… un ricordo, un breve percorso per imparare a raccogliere un ricordo di una persona cara e trasformarlo in un dono indimenticabile. Regala.. un ricordo, un dono che renderà uniche le tue prossime feste natalizie.

Dove e quando?

Il laboratorio A Natale regala… un ricordo dura sei ore articolate in due incontri di tre ore ciascuno e si tiene presso la libreria La Luna’s Storta di Via Belfiore 50, famosissima per i suoi dolcetti natalizi e per le sue deliziose merende.

Ecco il calendario:biscotti

mercoledì 25 novembre dalle 16.00 alle 19.00
mercoledì 2 dicembre dalle 16.00 alle 19.00

Al primo incontro portate con voi un piccolo quaderno e una penna al resto penseremo noi.

paccoUn’occasione per avvicinarsi alla pratica della restituzione biografica e alle sue molteplice sfumature. Un’occasione per ritagliarsi un po’ di tempo e per dedicarlo alle persone che amiamo. A Natale regala… un ricordo, l’occasione per regalare un po’ di attenzione a sé e ai propri cari.

A Natale regala… un ricordo, un percorso che si rivolge a tutti ed è pensato per tutti, indipendentemente dalle capacità di scrittura e di ascolto di ciascuno. A Natale regala… un ricordo si rivolge a chi ha un po’ di tempo da dedicare agli altri, penso ai giovani nipoti che vogliono fare un regalo speciale ai loro nonni o viceversa ai nonni giovani e non più giovani che vogliono dedicare un pensiero ai loro figli, nipoti e amici. Un piccolo esercizio che ci aiuterà anche nella nostra vita di tutti i giorni, rendendoci più disponibili all’ascolto e ad assecondare le nostre ispirazioni creative e la nostra voglia di lasciare un segno, una traccia. A Natale regala… un ricordo, l’occasione per finalmente fermarsi, sostare ed iniziare a scrivere e a raccogliere ricordi e testimonianze della nostra famiglia, dei nostri amici, dei nostri figli… un desiderio forse per troppo tempo accantonato.

 

Vi aspettiamo!