Perché documentare?

Cosa significa documentare e perché è così importante non dimenticarsi di documentare.

Quando tutti pensano di sapere il significato di una parola, questa smette di respirare, di vivere. Se penso di sapere già cosa sto facendo, smetto di interrogarmi, smetto di avere cura delle parole

Laura Formenti

Documentare: lavorare con le parole per le parole

È interessante, quando ci si avvicina a una parola nota e diffusa, come per esempio anche la parola documentazione, interrogarsi sul suo significato essenziale, sul messaggio che si pensa possa trasmettere universalmente e oggettivamente, cercando di verificarne la comprensione.

La ricerca sull’ermeneutica delle parole diventa una palestra interessante per scoprire dimensioni soggettive di senso e percezioni che si rivelano non condivise, narrate con questa o quella parola. Durante i corsi sulle tecniche di documentazione, tenuti nel tempo, il percorso inizia proprio dalla ricerca di un significato condiviso del termine documentazione, per comprendere meglio ciò che ognuno ritenga ne sia il senso.

Un patto di comprensione reciproca che si rivela utile durante il percorso da attraversare insieme, un accordo per definire il punto di partenza e per accertarsi del punto d’approdo. Quindi interrogare le parole insieme per “sperimentare quel loro essere incarnate dentro le nostre azioni, gesti, sensazioni, sentimenti” (Formenti, 2009), per riscoprirne il forte valore fondativo del nostro vivere insieme, per affidare loro un significato condiviso.

In quel contesto specifico, nel qui e ora, sia che si tratti di un percorso formativo, di un collegio docenti, di un incontro con un collega o una collega, di una riunione con le famiglie, di una stesura didattica, di un allestimento pubblico.

Interrogarsi sul che cosa si intenda per documentazione è il filo conduttore dell’articolo pubblicato sulla rivista Bambini (ed. Spaggiari) nel numero di settembre 2015 e ora disponibile per tutti on line al seguente link:

Perché documentare?




A Natale regala… un ricordo Laboratorio alla Luna’s Torta

A Natale regala… un ricordo

Un breve laboratorio di scrittura per rendere speciale il vostro Natale e quello dei vostri cari. A Natale regala… un ricordo, un breve percorso per imparare a raccogliere un ricordo di una persona cara e trasformarlo in un dono indimenticabile. Regala.. un ricordo, un dono che renderà uniche le tue prossime feste natalizie.

Dove e quando?

Il laboratorio A Natale regala… un ricordo dura sei ore articolate in due incontri di tre ore ciascuno e si tiene presso la libreria La Luna’s Storta di Via Belfiore 50, famosissima per i suoi dolcetti natalizi e per le sue deliziose merende.

Ecco il calendario:biscotti

mercoledì 25 novembre dalle 16.00 alle 19.00
mercoledì 2 dicembre dalle 16.00 alle 19.00

Al primo incontro portate con voi un piccolo quaderno e una penna al resto penseremo noi.

paccoUn’occasione per avvicinarsi alla pratica della restituzione biografica e alle sue molteplice sfumature. Un’occasione per ritagliarsi un po’ di tempo e per dedicarlo alle persone che amiamo. A Natale regala… un ricordo, l’occasione per regalare un po’ di attenzione a sé e ai propri cari.

A Natale regala… un ricordo, un percorso che si rivolge a tutti ed è pensato per tutti, indipendentemente dalle capacità di scrittura e di ascolto di ciascuno. A Natale regala… un ricordo si rivolge a chi ha un po’ di tempo da dedicare agli altri, penso ai giovani nipoti che vogliono fare un regalo speciale ai loro nonni o viceversa ai nonni giovani e non più giovani che vogliono dedicare un pensiero ai loro figli, nipoti e amici. Un piccolo esercizio che ci aiuterà anche nella nostra vita di tutti i giorni, rendendoci più disponibili all’ascolto e ad assecondare le nostre ispirazioni creative e la nostra voglia di lasciare un segno, una traccia. A Natale regala… un ricordo, l’occasione per finalmente fermarsi, sostare ed iniziare a scrivere e a raccogliere ricordi e testimonianze della nostra famiglia, dei nostri amici, dei nostri figli… un desiderio forse per troppo tempo accantonato.

 

Vi aspettiamo!




Per le tue feste… Regala un ricordo

Regala un ricordo

Un breve laboratorio di scrittura per rendere speciale le vostre feste e quelle dei vostri cari. Per le tue feste regala un ricordo, un breve percorso per imparare a raccogliere un ricordo di una persona cara e trasformarlo in un dono indimenticabile. Regala un ricordo, un dono che renderà uniche le tue prossime feste natalizie.

paccoUn’occasione per avvicinarsi alla pratica della restituzione biografica e alle sue molteplice sfumature. Un’occasione per ritagliarsi un po’ di tempo e per dedicarlo alle persone che amiamo. Regala un ricordo, l’occasione per regalare un po’ di attenzione a sé e ai propri cari.

Regala un ricordo, un percorso che si rivolge a tutti ed è pensato per tutti, indipendentemente dalle capacità di scrittura e di ascolto di ciascuno. A Natale regala un ricordo si rivolge a chi ha un po’ di tempo da dedicare agli altri, penso ai giovani nipoti che vogliono fare un regalo speciale ai loro nonni o viceversa ai nonni giovani e non più giovani che vogliono dedicare un pensiero ai loro figli, nipoti e amici. Un piccolo esercizio che ci aiuterà anche nella nostra vita di tutti i giorni, rendendoci più disponibili all’ascolto e ad assecondare le nostre ispirazioni creative e la nostra voglia di lasciare un segno, una traccia. Regala un ricordo, l’occasione per finalmente fermarsi, sostare ed iniziare a scrivere e a raccogliere ricordi e testimonianze della nostra famiglia, dei nostri amici, dei nostri figli… un desiderio forse per troppo tempo accantonato.

Dove e quando?

Il laboratorio Regala un ricordo dura sei ore articolate in due incontri di tre ore ciascuno e si può svolgere presso librerie, associazioni di volontariato, piccoli gruppi di amici o familiari. Si rivolge prevalentemente a piccoli gruppi, dalle 6 alle 12 persone, ma è pensato anche per le singole persone che vogliano approfondire la capacità di ascolto e di restituzione biografica.

biscottiPer informazioni e iscrizioni potete inviare un messaggio tramite la pagina contatti del sito o via email all’indirizzo normandia11@alice.it

Vi aspettiamo!




Baratto culturale. Una storia in cambio di…

Baratto culturale.
Una storia in cambio di… un soggiorno partecipato.

Il baratto, forma antica di commercio e scambio. Ma oggi? Quale baratto è possibile?

E’ possibile offrire un baratto culturale? Una storia in cambio di…

Forse una storia per un soggiorno partecipato? La possibilità di entrare da protagonisti nella vita che anima i giorni di un paese dell’entroterra sardo, osservarne e conoscerne da privilegiata le abitudini, gli usi e i costumi. Un baratto culturale. Una storia in cambio di… un soggiorno partecipato. Non c’è denaro, non c’è quantificazione esatta, c’è la voglia di incontrarsi, di scoprirsi e di confrontarsi per infine restituirsi una storia, un racconto in omaggio, che diviene traccia.

All’inizio l’incontro grazie alla piattaforma internazionale timerepublik.com , una banca del tempo on line per lo sviluppo di un’economia collaborativa, poi la conoscenza, prima virtuale poi reale, ed infine la parola, l’esperienza che si fa testo e forma, diviene restituzione.

Ecco un assaggio della restituzione realizzata al termine del nostro primo incontro, la traccia del nostro primo baratto culturale.

Ricordi per Cuglieri

Terra aspra di gusti e di profumi ma delicata d’acqua e di stelle generose di luce e di visioni. Un luogo dove l’antico tenacemente resiste nelle fibre forti delle pietre che tutto raccontano e nascondono e nella tenacia degli uomini e delle donne che lo abitano da sempre, di generazione in generazione.

Occhi chiari, limpidi e cristallini come le acque dei rivi e dei ruscelli illuminano i volti delle donne, che non ti aspetti in questi luoghi forgiati dal ferro e dai vulcani antichi. Ritrovi negli uomini la forgia dei metalli e la fatica del lavoro duro che tempra più del fuoco e della pietra.

A Cuglieri il mare e la montagna si incontrano e si fondono in un paesaggio lussureggiante e profumato, le storie delle famiglie si intrecciano tra loro e accolgono il nuovo, il diverso, lo straniero che curioso cerca di capire, carpire il segreto e fare anche un po’ propria la forza della radice antica che resiste tra le pietre della storia. Comprare le pietre, rimetterle a nuovo, insediarsi tra gli altri per cercare un luogo dove posare anche la propria radice, per sostare e riposare, e, forse, domani ripartire.

Una storia che pare quasi di famiglia, anche se antica di mille e mille anni.

Cuglieri, la storia, il luogo, le persone, il cibo, gli animali, il ritmo del tempo, il caldo e il freddo. Si ritorna ad un primitivo dimenticato ma necessario, dove il fuoco, tra gli elementi, insieme all’acqua abbondante come non mai in Sardegna, all’aria profumata di erbe e spezie e alla terra nutriente, ritornano ad essere prima di tutto elementi di vita e non pericoli, da cui tenersi lontani e di cui avere paura. Un fuoco che abita i camini, le cucine, le serate all’aperto, i cibi, i vini forti e maturi, le pietre nere che ornano i giardini e le case, i manufatti in ferro fuso lavorati incandescenti.

Cuglieri e la sua lingua, un sardo che si rincorre come una cantilena che parte piano e poi si increspa, rincorre le parole e le consonanti mai cosi piene fino in fondo, mai così importanti per fare la differenza. Lingua di nenie e filastrocche, di poesie rituali e di basi ritmiche che portano al canto parlato e ai giochi dei suoni, da sempre e per sempre.

 




Perchè scrivere? La presa di parola

Il diritto di parola
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il
proprio pensiero con le parole, lo scritto
e ogni altro mezzo di diffusione

Art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana

Scrivere per prendere la parola
È interessante osservare come nel corso degli anni alcune caratteristiche dei laboratori di scrittura si ripetano con una certa costanza, senza apparentemente essere condizionati dal contesto di realizzazione, dall’età dei partecipanti, dalla professione svolta o a da altre variabili definibili. Una di queste costanti è la difficoltà di prendere la parola.

Legittimarsi ad un atto che si pone alla base del nostro essere comunità democratica, dove tutti hanno diritto di parola, sembra essere ancora molto difficile.

In questo contesto, per molti, il laboratorio di scrittura diventa palestra di presa di parola, per alcuni sorprendentemente la prima palestra che gli sia stata offerta dai tempi della scuola. Ognuno ha il suo tempo per dire, per essere ascoltato e per ascoltare con attenzione. Si giocano le regole del codice comunicativo e per molti è la prima volta che ci si sofferma ad osservare la comunicazione, la sua punteggiatura, i suoi ritmi, i suoi tempi (Watzlawick, 1971).

Quando dalla parola si passa alla scrittura e poi alla lettura, gli scritti sono rinforzati e legittimati ulteriormente dall’esercizio della presa di parola. La scrittura diventa anch’essa strumento del diritto di parlare, di dire, di esprimere. Trovare le parole per dire (Cardinal, 2001). Una scrittura che non porta in sé l’esperienza di questa pratica, la consapevolezza dell’esercizio di questo diritto è una scrittura monca, incompleta, mancante di forza e di coerenza.

Nelle scuole e nei servizi educativi l’esercizio del diritto di parola è parte fondamentale nella gestione dell’istituzione stessa ma anche nell’organizzazione della pratica didattica. Un insegnante attento alla propria presa di parola, capace di esercitarla, sarà un adulto in grado non solo di praticare il proprio diritto di parola ma di educare gli altri, che gli sono stati affidati, al rispetto e all’esercizio di questo diritto.

La scrittura e la sua pratica si connettono così fortemente all’esercizio della pratica democratica ed inizia ad intravedersi il forte senso etico che attraversa questo medium espressivo.

Ci racconta Laura, una volontaria della memoria che ha raccolto la storia di Caterina: “… un ulteriore elemento interessante è stato dato dalla consapevolezza di poter dare voce a ricordi, emozioni che altrimenti non l’avrebbero avuta, … in tal senso la raccolta di autobiografie ha una forte valenza sociale” (Silvestro, 2002). Scrivere per ordinare il proprio pensiero, per esprimere il proprio punto di vista, comunicarlo agli altri, osando. “Prendere la parola e mostrarsi” (Arendt, 1988). Scrivere per esercitare un diritto democratico, per prendere ed offrire la parola. “Il mondo cresce attraverso le storie” (Mascagna, 2002) ci ricorda Ivano Mascagna, volontario della memoria.
“Le persone come Emilia che hanno contribuito a formare le radici e le basi del mondo attuale, anche se sembra che questo ora le rifiuti, hanno diritto di far sentire la loro voce, e tutti noi il dovere di conservarne la memoria” (Brunetti, Ravecca, 2002) ci ricorda Luciana Spinardi, volontaria della memoria che ha raccolto la storia di Emilia, donna e contadina di Langa.

Per approfondire:

Watzlawich P. (1971), Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio Ubaldini, Roma.
Cardinal M. (2001), Le parole per dirlo, Bompiani, Milano.
Arendt H. (1988), Vita activa. La condizione umana, Bompiani, Milano.
Mascagna I. , Silvestro S. (2002), “Il mondo cresce attraverso le storie”, in Ravecca M. (a cura di), Le nostre storie e le storie di altri, Centro Interculturale della Città di Torino, Torino.
Brunetti C., Ravecca M. (a cura di) (2002), Ti regalo una storia. Un’esperienza di volontariato autobiografico, Fondazione Ferrero, Alba.