Desiderio di giardino
Desiderio di giardino
Le facili ti colpiscono subito, fin dal primo momento.
Danzano con la meraviglia della bellezza e della vita.
Poi ci sono le altre, quelle che non parlano, non subito almeno;
però le ricordi, ritornano, sono più difficili.
Se ti soffermi ad ascoltarle e le osservi nei dettagli
iniziano a dire e a raccontarti la loro storia.
Desiderio di giardino è una foto difficile.
All’inizio forse perfino ti respinge, quel disordine polveroso e caotico,
pochezza di materiali e caos di forme, confini non chiusi,
qualcosa rimane fuori, fuori dall’inquadratura per sempre.
Poi scorgi i particolari,
tracce che narrano di un tempo quotidiano, di riti inaspettati:
due sedie, un tavolino, l’asta per un probabile ombrellone estivo.
Una coppia o forse una persona sola
che condivide il suo giardino o vorrebbe farlo.
I fiori finti, sempre fioriti, gli attrezzi per tenerlo in ordine.
La cura confusa di quello spazio, forse di risulta,
strappato al marciapiede di fronte all’uscio,
dona alla foto quella luce
che il kitch dei suoi oggetti non sembra poterle regalare.
La cura ora domina la scena, rende onore alla figurina
immaginaria che abita quel luogo e che respira, per sé e per gli altri,
di desiderio di giardino.
Manuela Ravecca
Torino, ottobre 2017